mercoledì 7 marzo 2012

Nell'antro delle Janare

In principio era questo:


e non mi meraviglia, visto che sono mesi che nella mia testa si affollano immagini di streghe e di Africa, di Africa e streghe, streghe e Africa e alle volte anche di Africa e streghe. Sarà perchè ho un poltergeist di suggestioni che vorrei mettere in una storia che è ancora sottoforma di blob, fattostà che ogni tanto ho dei flash che metto su carta.
Dopo, sono passata a questo:


...poi a questo:


...ed infine a questo:


...che non sono proprio sicura sia il migliore di tutti ma deh, prima o poi bisogna mettere il punto, e che non sia mai completamente soddisfatta è una di quelle notizie che potrebbe dare il Tg1.


6 commenti:

The Passenger ha detto...

la seconda che hai detto!

LaTram ha detto...

eh christian, alla fine me ne sto convincendo anch'io!

Anonimo ha detto...

Complimenti Margherita: molto belli! Davvero!
Non saprei dirti quale mi piace di più e quale di meno… forse le orbite nere non mi piacciono molto ma le scelte cromatiche sono tutte tre interessanti!
Prima ancora di leggere quello che dici dell’Africa a me è venuto in mente un personaggio di Hugo Pratt presente in alcune storie di Corto Maltese e ne “gli Scorpioni del Deserto”. Uno stregone solitario del deserto che si chiama Samael e che nella trattazione del volto assomiglia o semplicemente mi ricorda la strega in primo piano nel tuo disegno… l’accumulo secolare di rughe...

ciao e buon lavoro!
Lorenzo Toni

LaTram ha detto...

Ciao Lorenzo!
Ti dirò, le orbite nere non convincono tanto neanche me, forse ci sarebbe stato bisogno di una velatura di grigio, almeno. Così risulta essere un po' un "buco" ingiustificato, non dà l'idea dell'orbita vuota che avrei voluto dare, concordo.
Quanto al riferimento... che dire, Pratt è stato il mio primo riferimento grafico in assoluto, e gli Scorpioni del Deserto l'ho letto eccome. Credo ci sia qualche reminiscenza o calco visivo che ho riportato con risultati evidentemente molto meno efficaci nella mia illustrazione, ma la suggestione la gradisco molto, inutile dirlo! Grazie tante per essere passato. Buona giornata!

Anonimo ha detto...

Ciao Margherita, ero un po’ titubante… ma questo trip te lo racconto lo stesso! In fondo è un aneddoto suggestivo e forse può servirti. A proposito di “stregonerie d’Africa” (ma sempre Africa del nord, non Africa Nera…):
Qualche anno fa sono stato in Tunisia. La notte prima di partire ho fatto un incubo pazzesco in cui un essere femminile dal volto indefinito (risoluto e potente, di età matura ma non vecchia) mi staccava i due incisivi superiori a suon di sassate! Era notte ed intorno, bruciavano fuochi. Io stavo legato a terra in un mare di sangue che mi colava dalle gengive: il sapore del sangue, le schegge dei denti e la terra a impastarmi la bocca…

Beh, se ci si “ferma” a Freud siamo davanti al più classico degli incubi maschili: l’evirazione.
Però non si va molto più avanti… anzi, mi è parsa subito una spiegazione riduttiva… e poi io ho sempre preferito Jung nell’interpretazione dei sogni!

Il giorno dopo eccoci a Tunisi con a disposizione qualche ora, prima di prendere un altro volo interno per Tozeur. In quella manciata d’ore sono riuscito a convincere la mia compagna a visitare il meraviglioso museo archeologico di Tunisi: “Le Musèe du Bardo”. Alla fine della visita, mi sono comprato il catalogo. Poi il viaggio è continuato e dopo un po’ di giorni siamo stati a visitare i resti della città romana di Bulla Regia, che conserva una particolarità, come quella di Dougga: vicino, c’è una collina con decine di dolmen di epoca neolitica (non enormi ma di tutto rispetto).
Quella sera ho riguardato un po’ anche il catalogo del “Musèe du Bardo” e proprio nelle prime pagine ho letto questo a proposito della remota età ibero-maurisiana in Tunisia (18000-8000 a.C.; età in cui il Sahara non era ancora deserto):

“L’homme de cet age est un Homo sapiens, qui déposait ses morts dans des sepultures. Il pratiquait le rite de l’evulsion dentaire, c’est a dire la mutilation, du vivant du sujet, des incisives supérieures”
Mohamed Yacoub: “Le Musèe du Bardo”, ed. Agence Natiunale du Patrimoine, Tunisi, 1996, pag13.

Puoi immaginarti il senso di vertigine provato in quel momento… stavo leggendo su un libro di archeologia, quanto avevo provato nell’incubo qualche giorno prima! Jung sarebbe andato a nozze!
Con ogni evidenza si trattava di un potente Archetipo che riaffiorava dal mio inconscio così, in questo modo inaspettato!
E che significato dargli?
Beh… Ti posso dire che leggendo quelle parole, mi è sembrato di essere entrato “ufficialmente” in un antico clan preistorico… Un rito di passaggio? Una specie di ritorno a casa...
Così un violento incubo ha finito per farmi sentire ancora più vicino a quei luoghi meravigliosi e a quelle genti con cui condividiamo la stessa storia… Strano a dirsi ma, alla fine, è stato un INCUBO DI BENVENUTO…

Ciao e buona domenica!
Lorenzo

p.s.1
Anche il disegno di Calipso mi piace molto e forse, anche se non sembra, il tema non è tanto lontano dalle Janare: streghe-fate-ninfe mediterranee…

p.s.2
Anche io amo Pratt. “Sogno di un mattino di mezzo inverno” mi è entrato nel cuore tanti anni fa e non se n’è mai andato!

215 ha detto...

eh caxx belle tutte le versioni! sciapò (come dicono i francesi) ;)